lunedì 17 febbraio 2014

La societa' del crimine perfetto

 Innocenza Laguri Lucina 
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ILa società del crimine perfetto , sull’omicidio legale
Brani dal testo di F.Hadjadj, Farcela con la morte.
Una pagina dura, come meritano le più recenti prospettive, che si aggiungono alle leggi sull’aborto ( la legge sulla eutanasia nel Quebec e quella per i piccoli malati terminali in Belgio)

Il diavolo è attraente non perché è malvagio,ma perché resta un angelo.
la sua ribellionci affascina non tanto perché è l'ostinaziondi un monello capriccioso ma perché imita,in negativollibertà sovrana.
Tuttavia esistono vari gradi di perfezione del crimine .Quello che igenerviene   chiamat'crimineperfetto è un assassinio in cui il criminalriesce a confondere gli indizi a cancellarlproprie tracce.
In un cortometraggio di Hitchcock possiamo ammirare una donna che fa mangiare l'arma del criminagli ispettoriquel cosciotto dagnello che stanno divorando era in precedenza congelato e l'ha
usato per spaccaril cranio del marito. Nella storia, lRivoluzionfrancessembra poter rivendicare altrettanta ammirazioneContinua a essere considerata ungloridella Francianonostante il genocidio della Vandea, nonostante il tentativo sistematico di nobilitare l'uomo grazie alla ghigliottina, e malgrado il abbia talmente messo a soqquadro il paese  da dover chiamare  in aiutl'impero di un caporalcorso..
Più il crimine nè gravepiù è difficile cancellarlo ma, se questo riesceil crimine è più perfetto. La perfezione aumenta quindi con lagravitàdel_crimine e con lqualità del modo con cui è stato cancellato agli'occhi della autori, ma-anche della-vittima pefino per l’animo dell' assassinodato che tutthanno bisogno di dormirtranquilli.
Il crimine più perfetto quindi implica: 1. un omicidio di massa2autorità che, invece di condannare ilcriminale, gli fanno complimenti e lo incoraggiano; 3una vittima innocentche non si lamenti e alla qualesi è magari estorto il consenso; 4il sentimento dell' assassino di aver agito per legittima difesao di aver solo voluto perpetrarun atto di bontà aggiungendo, al contempo,una nota piccante, che sia profondamente alla vittima, per esempio che sia un padre o un figlio. Assassinare per compassione un congiunto appare quindi un elemento fondamentale del crimine perfettodal quale gli altri elementi derivano poiché è essenzialche la vittima accetti e le autorità diano il benestare. E poi c'è il modo di fareLa genialità consiste nerendere tutti complicdividere il lavoro in modo tanto burocratico che nessuno possa essere ritenuto colpevoleDal capo dello Stato fino al più umile contribuentetutti parteciperebbero  allo sterminio enessuno ssentirebbe la coscienza sporca. Anzicon lvittime si potrebbe fare del saponeIn questa prospettivala cosa più eccitante sarebbe di perpetrarl'orrorallo scopertodivulgandolo e attaccandolo
sui manifestiIl criminverrebbe cancellato a forza di pubblicità. Nella misura in cui viene pubblicizzato,
e riceve una garanzia quasi unanime, dal più piccolo al più grandenon sembra più un criminema appare come un atto anodinopoco significativo quanto inghiottire un'aspirina splendente e benevola………….
Esistono un crimine una società criminale del genere?...
Immaginiamo una società industriale che, in nome del benessere e della libertà facesse dell’aborto, del suicidio e dell’eutanasia dei diritti .Non corrisponderebbe forse a tutte le condizioni descritte sopra?Non potrebbe forse rivendicare senza arroganza la palma del crimine perfetto?....
Prima di attribuire questo titolo, sarebbe necessaria una comparazione con altre imprese criminali. L’onestà esige un esame minuzioso prima di premiarci per aver raggiunto una tale suprema raffinatezza nella nostra civiltà.
Un tempo il culto di Molock consisteva in sacrifici di bambini; non si mangiavano direttamente i propri figli, ma avere da mangiare, essere in buona salute e felici era dovuto al fatto di averli immolati. Nulla attirava di più il favore del dioPerò si era arrivati a un consumo precoce, come riporta Sant'Epifaniparlando di un'usanza dei barbeliti: «Non praticano l'atto carnale in vista della procreazione [... ] ma per pura
voluttàQuando uno di loropreso di sorpresa, lascia che il suo seme penetri troppo e la donna resta incinta [... ] essi estirpano l'embrione non appena possono afferrarlo con le dita, prendono l'aborto, lo pestano in una sorta di mortaio, vi mescolano miele, pepe e vari condimenti e oli profumati, [... ] poi si riuniscono [... ] e ciascuno entra in comunione con le dita con questa pasta di aborto».
Ormai nessuno si dedica a una pratica tanto abominevole, soprattutto nella nostra umanistica Europa. Direi che siamo più ipocriti e che la cosa non si fa più tanto apertamente. Infatti il rito c'è, a malapena dissimulato, anzi appartiene perfino a un certo conformismo. Non beneficiamo direttamente dell' apporto calorico degli embrioni espulsi ma sappiamo trovare per loro un impiego utile. Ho sentito dire che alcune industrie cosmetiche se ne servivano già nella composizione di creme per ringiovanire la pelle. Altri, come si sa, li moltiplicano in modo che i ricchi abbiano una riserva di organi se dovessero aver bisogno di un cuore, ad esempio, caso mai avessero perduto il loro. No, non stratta di clonazione riproduttiva (scusate il pleonasmo)la quale consiste nel produrre un gemello differito nel tempoL'intenzione è senza dubbio perversa ma non va abbastanza lontano, dato che c'è ancora una nascita in prospettivaCon la clonazione eufemisticamente detta terapeutica, tale nascita è evitata e si garantisce che il bambino sarà utilizzato soltanto a singoli pezzi.
Il  nostro cannibalismo farebbe tremare gli antropofagi tradizionali. Certo, non mangiamo direttamente gli aborti ,ma è noto che in intendiamo  sostenerci grazie ad essi.
Nella Bibbia un salmo è ripetuto due volte, come se una sola non fosse sufficiente e volesse sottolineare una verità molto importanteDavide dice a proposito di coloro che non invocano mai Dio«Non comprendono nulla tutti i malvagiche divorano il mio popolo come il mio pane?» (Sal 13,4; 52,5). Perciò nel mangiare il proprio pane si può mangiare un popolo e, a fortiori, un bambino di quel popoloDi fatto, poiché il mio pasto deriva dallo sfruttamento di un poveropoiché lo traggo da una ingiustizia, sono un cannibalestritolo quel povero insieme al mio cibo. Non c'è masticazione direttama masticazione realeEd è un'abitudine molto frequente, soprattutto tra le ragazze: uno dei successi della nostra società è di aver reso la signorina, contro ogni suo più profondo istinto, una cannibale del suo piccolo.
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